martedì 15 settembre 2009

Riflessioni romane...


A Roma l'autunno è arrivato due giorni fa, è' arrivato con i temporali ma anche con il traffico. E' arrivato nella mente di ognuno di noi con la constatazione che la metropoli ha ripreso a vivere, che il suo flusso produttivo e sociale ha ripreso l'intensità di sempre.
Ed è impressionante prendere atto dell'immensità di questo organismo vivente che ogni anno assorbe nuove aree, le modifica, le inserisce nella propria rete commerciale ma anche sociale. Una dimensione, quella della metropoli e di Roma in particolare, che se da un lato sembra avvicinare il vissuto di milioni di persone con altrettante dall'altro allontana, a causa del suo altissimo livello di artificialità, ogni individualità dal ritmo biologico naturale della (sua) Terra.

Attacchinare un manifesto di Earth First! a Roma ha quindi un sapore strano. Non si parla di salvaguardia dell'identità naturale del proprio territorio, che non c'è più. Sarebbe assurdo d'altra parte propagandare "l'annullamento di una metropoli" soprattutto a chi ci vive dentro ogni giorno.
La sensazione è quella di dover ricongiungere gli anelli di una catena che si è rotta. Questi anelli sono le infinite individualità umane che la storia ha scisso dall'infinità molteplicità del naturale.

Per questo l'ecologismo radicale da noi parla di buco dell'ozono, di foreste pluviali ma anche di riserve urbane, parchi regionali e campagna. E' l'arduo tentativo di comunicare la Natura partendo dalle situazioni e dagli schemi che la stanno distruggendo.

Mar.tu. - EF! Roma